Alcuni sogni sembrano dei film? È tutta questione di chimica… anche questa volta!
C’è una componente scientifica che influisce sul modo di sognare e di ricordare i sogni.
Esiste una diretta implicazione del neurotrasmettitore dopamina negli aspetti salienti dell’esperienza onirica.
È questo il risultato di uno studio dei ricercatori del dipartimento di Psicologia dell’Università Sapienza di Roma, del dipartimento di Neurologia clinica e comportamentale dell’Irccs Santa Lucia di Roma e dell’Università dell’Aquila. Lo studio, pubblicato su ‘Human Brain Mapping’, ha individuato un meccanismo neurochimico che determina il ricordo. I ricercatori hanno scoperto le ragioni per le quali gli uomini sognano in maniera diversa: alcuni non ricordano affatto i loro sogni, mentre altri ne conservano un ricordo molto dettagliato, quasi ‘filmico’.
Allo stesso modo, tra coloro che ricordano con regolarità i sogni, alcuni riportano narrazioni di estrema incongruenza e bizzarria o con una forte componente emotiva, altri invece forniscono descrizioni assai povere di eventi e scene.
L’uomo si è da sempre interrogato sulla propria vita onirica, attribuendogli funzioni predittive del futuro, disvelatrici di numeri magici o, dal Novecento, rivelatrici dell’inconscio. Ora, invece, lo studio italiano ha individuato un meccanismo neurochimico che determina la qualità dei sogni.
Grazie a una strategia innovativa che sfrutta l’elevata risoluzione delle tecniche di neuroimmagine, i ricercatori hanno potuto misurare il comportamento ‘microstrutturale’ di alcune aree del cervello, dimostrando che esiste una diretta implicazione del neurotrasmettitore dopamina nel ricordo della fase onirica. In particolare l’attenzione degli studiosi si è focalizzata sulle strutture cruciali del sistema dopaminergico di rinforzo e gratificazione cerebrale: la sostanza grigia della corteccia prefrontale mediale e l’amigdala.
Per lo studio, il gruppo di ricerca ha scelto come modello di riferimento la malattia di Parkinson che è caratterizzata da una evidente carenza di dopamina. In questo modo i ricercatori hanno potuto scoprire che pazienti colpiti, il comportamento di specifiche strutture del sistema di gratificazione cerebrale e, soprattutto, il dosaggio dei farmaci dopaminergici assunti, influiscono diversamente sugli aspetti qualitativi dei loro sogni.
Le implicazioni di tale scoperta possono aprire prospettive completamente innovative per l’approccio neuroscientifico allo studio del sogno.